E IO TI SEGUO
Che esserino potente è il bambino. Non ha in dotazione
grandi parole per farsi capire e la logica, la ragione non sono per lui più
reali della fantasia.
Il bambino è… due grandi occhi spregiudicati. Occhi che
guardano, occhi che scoprono, occhi che chiedono e rispondono.
È la sfida più bella per il mondo sapiente dell’adulto: tu
che sei grande, tu che vorresti insegnarmi, tu che vorresti essere la mia
guida; sta a te fare il discorso giusto per chi ti sta ascoltando anche con gli
occhi. E ritirarsi da questa responsabilità non è ammesso, perché io, bambino,
non smetterò di apprendere, né tantomeno di guardare a te come al mio primo
modello di riferimento.
Sentirò le tue parole e osserverò al contempo ogni tua
espressione, atteggiamento, scelta. Continuerò a seguirti senza chiederti
niente. Senza fare domande o attirare l’attenzione, ma con lo sguardo curioso
di chi semplicemente ha bisogno di te per sopravvivere in questo mondo e ti sta
dicendo, con la sua sola presenza: “Introducimi, conducimi, educami. E io ti
seguo”.
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